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Rivolte in Egitto, petrolio ed Export Land Model. E' scoccata l'ora X.

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Senryu_91
view post Posted on 31/1/2011, 14:12




Da: http://petrolio.blogosfere.it/


CITAZIONE

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(Nell'immagine: la linea nera, ovvero il consumo interno di petrolio, e la fascia grigia, cioè la produzione petrolifera del Paese, sono arrivate al punto di incontro. E' lì che scocca inevitabilmente l'ora X.)

Sapendo che l'Egitto ha raggiunto il picco di produzione petrolifera nell'ormai lontano 1995, e che comunque non è mai stato un produttore di prima grandezza, avevo escluso che il petrolio fosse in qualche modo coinvolto nelle rivolte popolari di questi giorni.

Mi sbagliavo... anche se non del tutto, perché in questo post su Crisis avevo scritto:

Il fatto che molti siano Paesi produttori di petrolio non deve ingannare; con la produzione in calo e la domanda mondiale crescente, i governi si trovano alle prese con il dilemma se vendere all'estero il petrolio o continuare a sostenere la domanda interna, spesso pesantemente sovvenzionata.

Confesso che avevo tirato ad indovinare, basandomi semplicemente sulla conoscenza della situazione petrolifera dell'area. E invece ci ho azzeccato. Ecco cosa scrivono su TOD:

A cominciare dal 2010 o 2011, l'Egitto smetterà di essere una nazione esportatrice di petrolio e diventerà una nazione importatrice, sempre che ci sia petrolio disponibile sul mercato mondiale. Il problema è che l'Egitto non è l'unico Paese con una produzione in declino-la produzione mondiale è piatta sin dal 2005, e i Paesi che producono petrolio ne stanno usando sempre di più per la domanda interna. Il risultato è che c'è meno petrolio disponibile per l'export, anche se ci sono nazioni come l'Egitto che ne hanno bisogno.

Questo è un nodo di cui abbiamo parlato moltissime volte, e che giova ripetere. Il più grave dei problemi rappresentati dal raggiungimento del picco non è tanto il "c'è meno petrolio", ma è lo sconvolgimento che si crea proprio nei Paesi petroliferi. Si chiama Export Land Model, e ne avevamo parlato qui. Riguarda la Russia e l'Iran, riguarda il Venezuela, il Messico, ma anche lo Yemen, in fermento proprio in questi giorni.

La drammatica scelta che si trovano a dover fronteggiare questi Paesi, molti di essi poveri e con una popolazione in esplosione, è tra il continuare ad esportare greggio per incamerare denaro indispensabile allo Stato, ma a prezzo di aumenti della benzina insopportabili per la popolazione, oppure se seguitare a calmierare i prezzi interni dei carburanti rinunciando ad un export petrolifero che spesso serve ad importare cibo. Se si presentasse il dilemma tra andare in macchina o mangiare, tutti noi sapremmo cosa scegliere; il problema è che i governi, di ogni colore e foggia in ogni Paese del mondo, NON possono rivelare apertamente alla popolazione di trovarsi in tale situazione estrema. Così, ecco sparire i sussidi per la benzina, o aumentare il prezzo del cibo: e questo porta inevitabilmente alle rivolte.



(Gia che mi ci trovo, vi consiglio anche un bel post di Carlo Bertani.)

 
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[EOS]The_Darkseif
view post Posted on 31/1/2011, 22:40




molto interessante sen
 
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Senryu_91
view post Posted on 31/1/2011, 23:31




Grazie, è un piacere mio informarvi dei fatti :)
 
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2 replies since 31/1/2011, 14:12   29 views
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